2019年1月2日水曜日

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Alessandra Bocchetti


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Alessandra Bocchetti (Roma, 3 luglio 1945) è una politica femminista italiana.

==Biografia==

Nasce a Roma durante la [[seconda guerra mondiale]], e resta dopo pochi giorni orfana di padre, medico militare disperso in Russia durante le operazioni belliche.
Frequenta scuole cattoliche, come il liceo delle Orsoline di Roma e si iscrive alla Facoltà di Lettere.

Comincia in giovinezza le sue esperienze come regista per la [[Unitelefilm]], la casa di produzione del [[Partito Comunista Italiano]].

Nel 1967 si sposa e nel 1968 nasce il suo primo figlio Luca.

Nel 1968 realizza il mediometraggio "Della conoscenza" che guarda con occhio antropologico al movimento studentesco, in tutte le sue sfaccettature. Il mediometraggio vincerà il primo premio al festival di Oberhausen nel 1969.<ref></ref><ref></ref>

Nel 1973 ha il suo secondo figlio Alessandro.

===Femminismo===

Nel 1974 si avvicina al femminismo: superate le iniziali perplessità ne è totalmente conquistata. Il femminismo e la politica femminista diventano centrali nella sua vita.

Nel 1975 fonda a Roma il collettivo femminista "Studio Ripetta", che prende il nome dalla strada dove si trova: una comunità di studio su storia, filosofia, antropologia, sociologia, letteratura attraverso il punto di vista critico femminista.<ref></ref>

Lo studio Ripetta ospita e incontra Luce Irigaray, per la prima volta in Italia. La filosofa-psicoanalista era stata estromessa dall'università di Vincennes dopo la pubblicazione di Speculum, una critica al discorso fallocentrico della psicanalisi e filosofia. L'incontro si rivela importante per mettere a fuoco quello che si chiamerà "il pensiero della differenza".

Nel 1977 riprende a lavorare per la televisione e cura tra le altre cose una riedizione di un programma su Simone de Beauvoir.<ref></ref>

Nello stesso anno entra come regista nella redazione del programma "Si dice donna" della Rai, un programma culturale che affronta temi e problemi della vita delle donne dove firma servizi importanti: un'intervista a Margherite Duras, "Il sacro e il profano" con Monica Vitti, "La madre della sposa", "Lisa prova d'orchestra", "Mamma Natale" e altri. Il programma viene chiuso di autorità nel 1981 a seguito di una trasmissione dedicata alla legge 194 detta legge sull'aborto che riconosceva alle donne l'autodeterminazione alla maternità.<ref></ref>

Da un'idea di Michi Staderini nel 1978, fonda con altre il "Centro Culturale Virginia Woolf - Università delle Donne", continuazione ideale dello "Studio Ripetta" dove si tengono seminari, workshop, convegni e che attiva anche una piccola casa editrice.
Il Centro diventa presto un luogo di elaborazione di teoria femminista, di mediazione tra i diversi femminismi, luogo di incontro tra Nord e Sud, di scambio di saperi e di esperienze.<ref></ref>

Lo dirige nei suoi ultimi quindici anni, il Centro chiuderà nel 1996. Il suo braccio destro è [[Franca Chiaromonte]], giovane giornalista femminista comunista. Il Centro ospita [[Luce Irigaray]], [[Agnese Heller]], [[Eugenie Lemoine Luccioni]], [[Lia Cigarini]], [[Chiara Zamboni]], [[Christa Wolf|Christa Wolff]], [[Antoinette Fouque|Antoinette Foque]].

Tra le docenti di quegli anni vanno segnalati: Michi Staderini, Giovanna Borrello, Luisa Muraro, Anna Rossi Doria, Nadia Fusini, Ginevra Bompiani, Jacqueline Risset, Lidia Menapace, Claudia Mancina, Silvia Vegetti Finzi, Angela Putino, Patrizia Cavalli, Elisabetta Rasy, Adriana Cavarero, Rosy Braidotti.

Sono anni di intensa produzione culturale, scrive articoli, saggi e tiene corsi e seminari in Italia e all'estero. Intanto partecipa a tutte le attività e le manifestazioni che finiranno per ottenere la legge 194, che finalmente dà alle donne la possibilità di rifiutare una gravidanza non voluta.

Nel 1980 divorzia, abbandona il suo lavoro di regista e con la sua amica Glauca Leoni fonda una piccola agenzia immobiliare, che dapprima si chiamerà "Agenzia Centro" poi "Le case del cuore".

Nel 1996 chiude il Centro Culturale Virginia Wolff.

==Pensiero e politica femminista==

Fin dai primi anni Ottanta l'idea di Alessandra Bocchetti è quella di esportare la creatività del femminismo alle donne impegnate nella politica istituzionale, sottrarre le donne all'omologazione, alla neutralità della politica tradizionale per permettere loro una parola più autentica, che venisse della loro esperienza di donne, e lavorare a una società e a una cultura del "due" come quegli anni andava dicendo la grande teorica femminista Luce Irigaray. Una società di uomini e di donne non può essere governata da soli uomini, non solo per il numero delle presenze, ma per l'esperienza di saperi e passioni. Le donne devono impegnarsi nel governo della società per realizzare una società più equilibrata, migliore per tutti.

Nel 1984 scrive "Discorso sulla guerra sulle donne" un piccolo pamphlet per un pacifismo ragionato.

Nel 1985 incontra, tramite Franca Chiaromonte, Livia Turco allora giovane responsabile femminile del Partito Comunista. Presto si stabilisce un'intesa, nascono progetti in comune, il primo fu la partecipazione di uno spezzone femminista separatista alla manifestazione organizzata dal Partito Comunista in occasione dell'incidente di Chernobyl.

Il femminismo romano non aveva mai partecipato ufficialmente ad eventi organizzati da partiti politici. Ci fu un grande lavoro di mediazione per arrivare a questo. Dopo poco tempo organizza con Franca Chiaromonte e altre donne dei collettivi femministi romani una manifestazione sempre sull'incidente di Chernobyl ma con un portato teorico e politico più ampio: "Scienza e coscienza del limite", una forte critica alle visione di una società che sceglieva l'energia nucleare. Questa volta furono le femministe a invitare le donne comuniste, le quali parteciparono in tantissime alla manifestazione separatista. Anche questa fu una grande novità. Fu una grande manifestazione che consolidò i rapporti tra Livia Turco e il femminismo in particolare il femminismo romano.

Nell'autunno dello stesso anno ha l'idea di una carta delle donne comuniste, con Franca Chiaromonte ne scrive il preambolo politico. La carta uscirà a novembre con il titolo "Dalle donne la forza delle donne". La prima frase del testo è "Siamo donne comuniste…" Quello di mettere al primo posto l'essere donna è già una grande rivoluzione.

Nel 1990 su sollecitazione di Pia Mazziotti, il Centro organizza un seminario nel carcere di Rebibbia per le "detenute politiche". Il seminario che consiste in una lettura, studio e riflessione dei testi di Simone Weil e Hanna Arendt, durerà 3 anni, molte sono le docenti che si alternano. E' un'esperienza appassionante che segna profondamente le donne che ci partecipano.

Il 21 marzo 1992 organizza un incontro con Rossana Rossanda e Christa Wolff. E' una conversazione a tre sul tema "Per una critica al capitalismo a partire dall'essere donna". All'evento si scrissero 500 donne. Il testo dell'incontro fu poi pubblicato nelle edizioni del Centro.

Nel 1993 con Nadia Fusini organizza la prima mostra aperta al pubblico del Centro. Con Nadia parte per Londra, tornano con una valigia piena di quadri del gruppo Omega, quadri di Vanessa Bell; Dora Carrington, Duncan Grant. L'allestimento è firmato da Luisa Gentile.

Sempre del 1993, in maggio, organizza sempre con Nadia Fusini la mostra dedicata Dora Carrington, 17 disegni a matita, l'allestimento sempre di Luisa Gentile.

In ottobre dello stesso anno lo stesso gruppo organizza un'altra mostra "Hogarthpress. L'avventura di Virginia Woolf e Leonard". In mostra sono 24 libri della piccola e famosa casa editrice di Bloomsbury.

Nel 1994 che lo stesso gruppo organizza la mostra "Fogli funamboli" della pittrice Marilù Eustacchio.

Nel 1995 esce il suo libro "Cosa vuole una donna" presso la casa editrice La tartaruga, una raccolta di conferenze e articoli che viene presentata a Roma nella casa nel Sala della Protomoteca del Comune di Roma da Stefano Rodotà.

Prima delle elezioni politiche del 1996 organizza, insieme ad altre donne, una grande manifestazione nazionale contro il profilarsi di un accordo elettorale che fa del diritto di aborto un oggetto di scambio tra le parti. La responsabile della comunicazione è Adriana Moltedo. La manifestazione si chiamerà "La prima parola e l'ultima"… spetta alla donna. La manifestazione è firmata dal Centro Culturale Virginia Woolf, dall'Unione Donne italiane (UDI), della rivista Noi Donne e da numerosi collettivi femministi. Aderiscono alla manifestazione le donne del Partito Radicale, le donne del Partito Socialista e all'ultimo momento le donne del Partito Democratico della Sinistra (PDS).

Nel 1997 accetta l'invito della ministra delle Pari Opportunità Anna Finocchiaro a fare parte della Commissione Nazionale per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio. Nella Commissione presiede il "gruppo cultura".

Nel 2000, per l'8 marzo organizza per in molti licei di Italia incontri con donne che si sono distinte nella loro professione e fa stampare un piccolo libro "Ragazze vi racconto la nostra storia", dove viene raccontato il cammino delle donne verso la libertà e la piena cittadinanza. Questo libretto viene distribuito in tutti i Licei italiani. Da nord a sud molte sono le donne che accettano di raccontare la loro storia ai giovani, tra loro a Roma sarà Rita Levi Montalcino, a Milano sarà Inghe Feltrinelli, a Trieste Margherita Hack, a Potenza Lina Wertmuller, a Bologna Tina Anselmi, a Napoli Luciana Viviani, a Perugia Clara Sereni, a Palermo Simona Mafai.

A seguire vengono anni di studio, di lavoro e ancora conferenze incontri in Italia e in Spagna dove il suo libro è stato tradotto dalla filosofa Maite Larrauri e pubblicato dalle edizioni Cathedra.

Nel 2010, con Paola Concia e Ileana Frosali, crea la campagna "Riconosci la violenza". È una campagna preventiva alla violenza, unica nel suo genere, dà alle donne l'immagine di una forza e non della debolezza della vittima. Resta nella memoria il cartellone tra gli altri "C'è un solo modo di cambiare un fidanzato violento, cambiare fidanzato". La campagna aderisce Creative Commons, tutti la possono scaricare dal sito web e utilizzare. Lo fanno moltissimi Comuni e Province e scuole e anche privati cittadini. Questa campagna viene segnalata dall'Onu come Best Practices.
Nel 2013 sarà adottata dal Dipartimento delle Pari Opportunità e distribuita per tutta l'Italia.

Nel 2011 viene chiamata da Francesca Comencini a partecipare alla grande giornata di "Se non ora quando". Il 13 febbraio a Roma in una piazza del Popolo stracolma di donne fa un intervento che resta nel cuore di molte. Cristina Comencini in seguito la chiama a partecipare al gruppo di Se non ora quando, ma il gruppo presto si divide. Resta legata al gruppo che prende il nome Se non ora quando Factory.<ref></ref>

Il 31 ottobre 2014 organizza con le donne di Snoq Factory una rilettura di cinque articoli della costituzione italiana. Cinque articoli riletti da cinque commentatrici: Luisa Muraro, Lea Melandri, Giulia Bongiorno, Michela Marzano, Marilisa d'Amico.

Nel 2016 organizza alla Casa Internazionale delle Donne una serie di riletture di quei libri che sono stati i caposaldi del femminismo.

Nel 2017 è nominata socia onoraria della Virginia Woolf Society . Partecipa all'organizzazione della giornata "Una giornata tutta per lei" ideata da Sara De Simone dedicata a Virginia Woolf, una serie di dibattiti, letture e momenti teatrali, che prende tutta la giornata dalle 10 del mattino a mezzanotte alla Casa Internazionale delle Donne.

Nel 2018 scrive "Le altre" monologo contro la legalizzazione della prostituzione che viene pubblicato nel numero del Sottosopra, foglio politico storico della Libreria delle Donne di Milano. Il monologo viene letto in alcune città italiane.

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