2019年10月16日水曜日

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Al-Jdayde


Micheledisaveriosp: /* XVI e XVII secolo */


[[File:Alep Jdeidé Bretocq FRAD027 6Fi00030.jpg|thumb|right|250px|Il quartiere di Alep Jdeidé nel 1920]]
'''Al-Jdayde''' (, anche [[traslitterazione dall'arabo|trasl.]] ''al-Jdeideh'', ''al-Judayda'', ''al-Jdeïdé'' o ''al-Jadida'') è un quartiere storico nella città siriana di [[Aleppo]].
L'area è stata gravemente danneggiata durante la [[guerra civile siriana]].

== Storia ==
=== XIV - XV secolo ===
Alla fine del periodo [[Sultanato mamelucco (Il Cairo)|mamelucco]], al-Jdayde era un piccolo sobborgo che comprendeva piccole attività commerciali situate al di fuori delle mura a nord della città, vicino ai cimiteri e alle aree di stoccaggio. Lo sviluppo del centro abitato lungo le strade che collegano i villaggi vicini a nord e nord-est con Bab al-Nasr, una delle nove porte storiche della Città Antica, ha progressivamente integrato Jdayde nella città di Aleppo.

Nel XIV secolo questi quartieri ospitavano moschee nelle quali aveva luogo la ''[[Khuṭba]]'', intervallate da splendide fontane zampillanti, con giochi d'acque ed effetti a sorpresa. Nel 1490-1491 fu ulteriormente ampliata la rete di acquedotti cittadini per supportare l'ulteriore estensione del quartiere e l'apertura di [[Hammam|pubblici lavacri, termali o religiosi]].<ref>[[Jean Sauvaget|Sauvaget, Jean]] (1941) [https://ift.tt/2VNxEvf Alep, essai sur le développement d'une grande ville syrienne des origines au milieu du XIXe siècle], texte et album, librairie orientaliste Paul Geuthner, Paris : Carte des canalisations mameloukes, p. 182.</ref> Nella parte occidentale di al-Jdayde si trovavano i cimiteri cristiani e probabilmente anche i resti di antiche chiese del periodo bizantino, come l'antico insediamento cristiano di Salibeh<ref>Heghnar Zeitlian Watenpaugh (2004), [https://ift.tt/35CXoz9 The image of an Ottoman city: imperial architecture and urban experience in Aleppo in the 16th and 17th centuries], Leiden: EJ Brill, pp. 158-9</ref>, non distante da Piazza Farhat, nel quale furono ricostruite le principali chiese della città: la Chiesa armena di quaranta martiri, ampliata nel 1490<ref>Sauvaget (1941) p. 179.</ref> , le chiese greco-ortodossa, maronita e siriaca. La maggior parte della popolazione era costituita da mercanti armeni, dediti ai commerci con la Persia e con l'India.

=== XVI e XVII secolo ===
[[File:Jdeydeh str3.jpg|thumb|Un caratteristico vicolo stretto del XVI secolo di Al-Jdayde]]
Durante la [[impero ottomano|dominazione ottomana]] del XVI e del XVII secolo, il quartiere fu suddiviso in lotti rettangolari<ref>David, Jean-Claude. (1982) « [https://ift.tt/2BeVnLz Urbanisation spontanée et planification] » Les cahiers de la recherche architecturale, n°10-11.</ref> e nella zona centrale vennero aperti due grandi ''[[waqf]]'' islamici, uno dei quali rimasto attivi fino al XX secolo. L'area fu progressivamente colonizzata da illustri e facoltosi residenti. Dimore di Dio e dimore private condividevano la stessa sobrietà stilistica, l'assenza di facciate sui rilievi esterni, in particolare sulle vie più frequentate. Non di rado le entrate erano poste alla fine di ''[[Strada senza uscita|cul-de-sac]]'' specificamente creati.<br />
Questi due complessi architettonici, con facciate riccamente decorate e una disposizione regolare, ospitavano la maggior parte dei servizi commerciali e sociali del quartiere, dove musulmani e cristiani, ricchi e poveri, erano chiamati a vivere fianco a fianco.<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref> Nei dintorni si potevano trovare esempi architettonici in grado di coniugazione la bellezza del'arte araba con la funzionalità culturale e mercantile del luogo, quali: una fontana di fronte al quartiere cristiano, un caffè, un grande hammam, una piccola moschea e una scuola islamica, un mercato di stoffe, quattro grandi officine tessili, un vasto magazzino di cereali, e varie altre.<ref>David, Jean-Claude, (2004) « [https://ift.tt/2OYkElr La production de l'espace dans la ville ottomane] » Les relations entre musulmans et chrétiens dans le Bilad al-Cham, p. 178–179.</ref>

Il sultano [[Murad IV]] si avvalse della collaborazione dei [[dragomanno|dragomanni]] dell'ex Stato crociato siriaco per attrarre i commercianti stranieri nel porto di Aleppo.<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref>

=== XX e XXI secolo ===
Gli anni '90 e 2000 si caratterizzarono per il rilancio turistico e commerciale dell'area a livello nazionale e internazionale<ref>Stefano Bianca, Peter Davies, Wolfgang Fülscher (1981-3) [https://ift.tt/31iEoTf The Re-development of the Bab Al-Faraj Area in Aleppo], UNESCO PARIS p. 9 (36)
</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref>, permeata da un tipico profumo di fiori [[Jasminum sambac|Jasmin]]''.<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref>

Molti dei palazzi storici furono riqualificati come musei, boutique, hotel e ristoranti, fra i quali: Beit Wakil<ref> Bayt Wakil Archnet|website=archnet.org|access-date=2017-05-17}}</ref>, Beit Ghazaleh<ref> Archnet|website=archnet.org|access-date=2017-05-17}}</ref>, Dar Zamaria, Beit Achiqbash, Beit Sader, Beit Sissi, Dar Basile<ref> Detail of tiles in courtyard Archnet|website=archnet.org|access-date=2017-05-17}}</ref> e Beit Dallal.<ref> Courtyard view towards reception hall Archnet|website=archnet.org|access-date=2017-05-17}}</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref>

Contestualmente, furono ristrutturate anche la piazza centrale di Sahat Farhat e quella di Sahat Al Hatab. Il quartiere fu coinvolto in prima linea durante la guerra civile siriana, scoppiata ad Aleppo nel 2012.<ref></ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref> Nell'aprile del 2015, si verificarono delle esplosioni sotterranee (a Sahat Al Hatab<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref>) che recarono gravi danni a luoghi storici come [[Palazzo Ghazaleh|Beit Ghazaleh]], l'ex mercato cristiano di Beit Achiqbash e Waqf governativo di Ibshir Mustafa Pasha.

Terminato il conflitto dopo quattro ani di scontri fra le forze rivali<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Ministry of Culture Directorate General of Antiquities & Museums (2017) STATE PARTY REPORT On The State of Conservation of The Syrian Cultural Heritage Sites (Syrian Arab Republic), 1 February 2017, available on http://whc.unesco.org/document/155953</ref><ref></ref>
, la DGAM e l'[[UNESCO]] hanno censito a novembre del 2017 i monumenti storici dell'area, per futuri interventi di consolidamento e di protezione da eventuali emergenze.<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref></ref><ref></ref> Il primo di questi ha interessato la piazza di Sahat al Hatab, con il riempimento delle buche nel 2017 e la rimozione dei detriti l'anno successivo.<ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref><ref>Liquid error: wrong number of arguments (given 1, expected 2)</ref>

== Galleria ==
<gallery widths="150" heights="150" perrow="4">
File:Alep - Fenetrages de la maison Gazaleh - Bretocq -1918-1922.jpg|Finestre di Dar Zamariya ad al-Jdayde (cartolina datata fra il 1918 e il '22)
File:Sissi House, Aleppo (2).jpg|Beit Sissi, un palazzo storico ristrutturato come piano bar
File:Haygazian Armenian School, Aleppo Armenian Quarter (2).jpg|Il vicolo di ''Hokedun'' nel quartiere armeno di al-Jdayde
File:Jdeydeh str2.jpg|Uno stretto vicolo verso piazza Farhat
File:Beit Wakil Aleppo.jpg|Beit Wakil, un palazzo ristrutturato e trasformato in un hotel-boutique
File:Haygazian Armenian School, Aleppo Armenian Quarter (1).jpg|Una scuola armena nel vecchio quartiere di al-Jdayde
File:Ajikbash House036.JPG|Coorte di Beit Achiqbash, divenuta la casa-museo Ajikbash
File:Interior of the Maison (Beit) Sader in Jdeideh Aleppo (circa1880).jpg|alt=Maison (Beit) Sader|Interno del Beit Sader, immagine del 1880
File:Dar Zamaria.jpg|Dar Zamaria, un palazzo trasformato in hotel boutique
File:Ayda alley, Aleppo Christian Quarter (01).jpg|Vicolo di Al-Yasmeen nel quartiere di al-Jdayde
File:Dar Basile alley of Jdayde Historic district, Aleppo, 2010.jpg|Dar Basile ad al-Jdayde
File:Church signes at Jdeyde qaurter, Aleppo.jpg|Segnali stradali bilingui che si riferiscono alle posizioni della chiesa di al-Jdayde
</gallery>

== Note ==
<references />

== Voci correlate ==
* [[Aleppo]]
* [[Conquista islamica della Siria]]
* [[Cristianesimo in Siria]]

== Altri progetti ==





[[Categoria:Aleppo]]

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