2019年7月25日木曜日

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Fernando Gelich


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'''Fernando Gelich''' ([[Verona]], 13 luglio 1889 – [[Roma]], 16 dicembre 1950) è stato un famoso generale italiano del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, ricordato per il suo ruolo in Tunisia al comando della 1^ divisone di fanteria d'assalto ''Superga'' durante il periodo finale della guerra in Africa settentrionale nel [[1942]]/43.

== Carriera ==
Proveniente da nobile famiglia veneta, il conte Gelich fu allievo prima del Collegio Militare di Roma dal 1904 e poi dell'Accademia militare di Torino dal 30 settembre 1907 e divenne sottotenente di artiglieria il 19 settembre 1909, dopo la frequenza della scuola di applicazione.

Promosso tenente dal 1° maggio 1912 fu assegnato al 19° reggimento artiglieria da campagna.

Da capitano (anzianità 18 aprile 1915) partecipò alla grande guerra nel 1915/18 con il 3° reggimento artiglieria da campagna.

Promosso maggiore il 17 marzo 1918, dal 19 agosto 1920 fu destinato al comando divisione miltare di Treviso fino al 5 novembre successivo quandò passò definitivamente allo stato maggiore dell'esercito a Roma.

Fu poi riassegnato al 19° reggimento artiglieria da campagna di Firenze dal 10 novembre 1923 al 12 settembre 1926, quale comandante di gruppo, ottenendo qui la promozione a tenente colonnello (anzianità 31 marzo 1926). Dal 13 settembre 1926 ritornò al Ministero della guerra a Roma.

Dal 6 marzo 1927 fu presso l'Istituto geografico militare di Firenze, pemanendovi sino al 21 settembre 1934, quando fu assegnato al 4° reggimento artiglieria da campagna a Laurana.

Da colonnello (anzianità 27 agosto 1934) fu prima comandante titolare del 4º reggimento artiglieria per divisione di fanteria ''Bergamo'', a Laurana sul confine orientale, e poi, dal 29 aprile 1937, fu assegnato al corpo d'armata di Trieste.

Dal 1º settembre 1938, fu trasferito in Cirenaica presso il XX corpo d'armata per incarchi speciali e dall' ottobre seguente, promosso generale di brigata (anzianità 27 ottobre 1938), fu prima al comando della divisione "''del Piave''" (poi ''Pistoia'') di Treviso, quale vicecomandante e poi, dall'11 novembre 1938, sempre quale vicecomandante della [[32ª Divisione fanteria "Marche"|32^ divisione fanteria "''Marche''"]] a Venezia, per poi assumerne prima il comando interinale e poi le funzioni di comandante, il 31 marzo 1939.

Permase al comando della Marche sino al 4 gennaio 1940, quando fu nominato capo di SM della 1^ armata (generale [[Pietro Pintor]]).

Allo scoppio della guerra (10 giugno 1940) si trovava al detto stato maggiore della Grande Unità, partecipando alla battaglia delle Alpi occidentali, sino al 20 agosto seguente, quando per le sue alte doti, fu nominato segretario generale della Commissione italiana armistizio con la Francia con sede a Torino, permanendo nel prestigoso incarico per olre due anni, sino al 23 dicembre 1942. Dal 24 fu nominato comandante della [[1ª Divisione fanteria "Superga"|1^ divisione fanteria ''Superga'']] in Tunisia, sostituendo il generale [[Dante Lorenzelli]].

Promosso nel frattempo generale di divisione (anzianità 1° gennaio 1942), partecipò al comando della ''Superga'' (coadiuvato dal comandante della fanteria divisionale generale di brigata [[Arturo Benigni]]) a tutte le operazioni offensive e difensive del 1943 sul fronte tunisino sino alla resa, avvenuta il 13 maggio.

Tradotto nel duro campo di concentramento francese di Saida, n. 6, situato nel comprensorio di Orano, nell'Algeria nord-orientale, con il suo vice Benigni ed altri 1160 ufficiali di cui sei colonnelli (S. Agnello, Gabriele Barone, L. Incisa di Camerana, G. Dispensa, D. Gabrielli – della Regia Aeronautica – e T. Lequio d' Assaba), 24 tenenti colonnelli, 39 maggiori; 181 capitani; 351 tenenti (fra cui i tenenti Salvatore Scanzo e Benedetto Giordano), 541 sottotenenti e 224 tra sottufficiali e militari di truppa, adibiti ai servizi vari del campo.

Fu un campo molto severo per il volere francese di punire a tutti i costi l'Italia, con personale di vigilanza algerino, in forza alla Legione straniera, e Gelich vi permase sino all'aprile 1946, patendo sopprusi di ogni genere.

Rientrato in Italia fu assegnato all'[[Istituto Geografico Militare|Istituto geografico militare]] di Firenze per una seconda volta, ora come direttore, e vi rimase sino al 31 gennaio 1949.

Il 24 novembre 1947 fu insignito dell'Ordine militare d'Italia, quale cavaliere, decorazione che già era stata assegnata a Gelich, però quale ufficiale, già il 1° agosto del 1941.

In seguito, dal 25 febbraio 1950, il generale Gelich fu giudice collegiale al tribunale militare di Roma per il processo al maresciallo d'Italia [[Rodolfo Graziani]], unitamente ai genarali [[Raffaele Pelligra]], [[Maurizio Lazzaro de Castiglioni]] (membri) e [[Emanuele Beraudo di Pralormo]] (presidente). Il processo ebbe termine il 2 maggio seguente con una lieve condanna per l'imputato.

Il generale Gelich si spense il 16 dicembre dello stesso anno all'ospedale militare del Celio a Roma a seguito delle malattie contratte in prigionia.

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